E’ stata creata la Mappa di Comunità dell’Anfiteatro di Molazzana


futuraterredicomunita
// Aggiornamento
20 Marzo 2025


Quello che segue è il risultato di un percorso partecipato che ha visto la comunità protagonista nella realizzazione di una mappa unica nel suo genere. Grazie ai contributi di appassionati, studiosi e abitanti, abbiamo raccolto conoscenze, aneddoti e ricordi legati alle piante spontanee delle Alpi Apuane: un viaggio collettivo che ha dato vita a questo racconto di 2000 m² di biodiversità, storia e tradizione.

La Comunità di oltre 150 piante e fiori spontanei delle Alpi Apuane ti accoglie, in questo piccolo angolo di terra garfagnina di 2000 metri quadrati. 

Siamo elementi viventi di didattica per tutti, laboratorio di studio, ricerca o pura curiosità per esplorare come in epoche diverse e soprattutto in momenti di necessità e carestia, siamo stati cibo, medicina, soggetti e oggetti legati alla religione, all’arte e alla cultura popolare in genere. 

Conoscendo la nostra Comuni capirai perché non ci definiamo semplicemente un giardino botanico.

Quest’area è un condensato armonioso di immagini diverse dello stesso territorio, roccioso e comunque accogliente, boscoso e fresco, ricco di alberi e arbusti che regalano frutti alcuni dei quali completamente sconosciuti o dimenticati, profumato dagli aromi di erbe e fiori spontanei.

Ecco, quindi, che l’area del giardino roccioso, racchiude buona parte di quelle piante spontanee, erbe e fiori resilienti che vivono in simbiosi con le nostre montagne accontentandosi della poca terra che rimane negli anfratti delle rocce, forti solo della loro determinazione a vivere quei territori. Molte saranno quelle che si possono incontrare sui sentieri ciottolosi delle Alpi Apuane o sulle cime nude degli appennini. Lo scopo del giardino roccioso, oltre ad offrire la bellezza dello spontaneo, è proprio quello di dare un’anteprima di quello che potrà essere osservato in natura e anche un modo per abituare l’occhio a individuare e riconoscere.

Il percorso delle aromatiche vuole creare o risvegliare il connubio tra olfatto e ricordi, tra olfatto e immaginario personale. Oltre ad avere uno spiccato aggancio con la stagionalità, il percorso delle aromatiche è legato anche al ciclo giornaliero, i profumi o più genericamente aromi che si sentono la mattina presto, non saranno gli stessi del pomeriggio e in molti casi della sera, soprattutto nel periodo delle fioriture. Esperienza diversa e modulata dalla presenza o assenza del sole, ancora diversa e particolare nei giorni di pioggia.

Le piante completano l’immagine del territorio, un misto di selve, boschi e piccoli frutteti dove non possono mancare mele susine e ciliegie. Piante funzionali anche per l’ombra e per il riparo dal caldo. Non poteva mancare la quercia, la famiglia dei faggi, variegato, selvatico e faggio rosso, l’acero montano, il carpino bianco, l’agrifoglio verde e variegato, piante che oltre all’ombra profumata estiva offrono un tripudio di sfumature di colori con la predominanza del rosso e giallo in autunno. Sono piante molto amate anche dagli animali, uccelli, piccoli roditori, volpi che in loro trovano riparo per i loro nidi e tane.

Ci sono poi le piante da frutto, alcune sconosciute come il corniolo (Cornus mas) i cui frutti detti corniole venivano usate acerbe come olive da salamoia e mangiate come frutto leggermente acidulo in fase matura. Alcune dimenticate come il gelso, detto anche l’albero delle more per la somiglianza dei suoi frutti con la mora di rovo. Il gelso era coltivato e molto diffuso in Garfagnana perché veniva usato per gli allevamenti familiari e non solo dei bachi da seta, i quali si nutrono esclusivamente di foglie di gelso. Dal momento in cui si è smesso di produrre la seta in modo capillare, è andata a scemare anche la coltivazione della pianta di gelso, che si trovano ormai all stato naturale, in alcuni casi ancora in filari ordinati, che sembrano aspettare di essere ancora utili. Alcune conosciute solo come varietà commerciali quali il melo, il susino e il ciliegio che in questo caso sono varietà antiche del tutto sconosciute, come il melo dell’Alpe, il melo Lucchese, il susino Claudia, il ciliegio Rumicona. Tra le varietà di meli non poteva mancare la mela Casciana, varietà antica della Garfagnana che grazie al lavoro di conservazione dei Coltivatori Custodi e della Banca del germoplasma di Camporgiano non solo non si è estinta, ma è riuscita a tornare in produzione come mela invernale molto ambita e ricercata anche fuori dalla Garfagnana. Ultimo venne il Sorbo aucuparia o sorbo degli uccellatori, albero della famiglia delle Rosacee, il cui nome deriva dal fatto che viene tradizionalmente usato dai cacciatori nei punti di passaggio dell’avi fauna migratoria, sfruttando proprio l’interesse che questi uccelli hanno per le sue bacche. Per completare con tocchi di pura bellezza l’armonia che questo spazio vuole trasmettere sono state aggiunte anche piante ornamentali che vengono da lontano come la Lagostroemia, originaria della zona a clima tropicale compresa tra Sud-est asiatico ed Australia settentrionale, ma che resiste molto bene al freddo, Loropetalum, originaria di Cina, Giappone e Asia sud-orientale, Prunus Cerasifera Pissardii o ciliegio da fiore, originario del Nord America. Non poteva mancare una rosa antica, molto rustica e vigorosa.